Marilena Garis, Consulente in P.I. – Sezione marchi e design – PRAXI Intellectual Property Spa

La rivoluzione informatica sta trasformando concetti, principi ed istituti degli ordinamenti giuridici contemporanei, portando all’attenzione dei titolari di privative industriali fattispecie del tutto nuove.

Nella dimensione digitale del mondo economico, la progressiva diffusione di Internet -mondo “reale” in cui si svolge la sponsorizzazione e la vendita di prodotti e servizi- ha comportato l’aumento esponenziale di nuove fattispecie di contraffazione che riguardano, in particolare, l’abusivo utilizzo dei marchi e dei design, in ragione del quale è possibile parlare di nuove pratiche confusorie sulla rete.

Nel corso della sorveglianza della rete (web watch), ci siamo confrontati con una fattispecie singolare, in cui due marchi del lusso apparivano accostati del tutto arbitrariamente e senza alcuna autorizzazione dei rispettivi legittimi titolari, ad identificare un nuovo modello di design (le cui componenti erano pedissequamente copiate da precedenti design dei titolari stessi) progettato da un sedicente designer. Le immagini ed i contenuti in parola venivano distribuiti con licenza Creative Commons.

Nel caso di specie, la licenza Creative Commons autorizzava, sotto certe condizioni, la distribuzione e, con essa, la diffusione di informazioni del tutto confusorie e fuorvianti per l’utenza, posta la “liquidità” della Rete dove la circolazione delle informazioni è pressoché fuori controllo.

Palesemente, l’utilizzo dei celebri marchi e design risultava in evidente contraffazione, atto a sfruttare la rinomanza delle privative anteriori per dare evidenza ad una “creazione” del sedicente designer, in alcun modo autorizzato dai titolari dei marchi e design.

Peraltro, la situazione risultava aggravata dal fatto che, in Internet, erano reperibili ulteriori rimandi, il cui riverbero in rete poteva facilmente indurre l’utenza a ritenere che il nuovo design fosse un nuovo modello nato, ad esempio, da una joint venture delle due celebri società. Si delineavano pertanto profili confusori particolarmente rilevanti, ponendo mente allo standing di lusso dei marchi e dei prodotti di lusso in parola.

In merito all’oggetto di design, il designer proponeva una creazione “fantasiosa” che – agganciandosi alla rinomanza dei brand anteriori – poteva garantirgli un indebito vantaggio con contestuale nocumento alla rinomanza.

Aspetto non secondario (l’altra “faccia della medaglia”) era poi rappresentato dall’oggettivo timore che la “creazione” del contraffattore potesse limitare l’ambito di realizzazione futura di possibili creazioni di design dei legittimi titolari.

Una volta rilevata la presenza del sito e, soprattutto, l’indubbia violazione delle privative di proprietà industriale – marchi, design, diritto d’autore – individuiamo il contraffattore ed intimiamo urgente e circostanziato riscontro sia tramite la maschera che appare sul sito (tramite un pulsante REPORT, si possono segnalare irregolarità di vario genere, tra cui, le violazioni in materia di proprietà intellettuale) sia tramite diffida che notifichiamo – in modo congiunto – sia all’autore dell’illecito sia all’Internet Service Provider, affinché anche quest’ultimo ne sia a conoscenza e sia tenuto ad adoperarsi per porre fine all’illecito.

Grazie a detta azione congiunta, otteniamo la rimozione dei contenuti e delle immagini in contraffazione; conformemente alla nostra intimazione, il designer si adopera ad individuare e contattare i siti ove si riverbera l’oggetto della violazione e a chiederne l’immediata rimozione.

Dall’analisi in parola, emerge con evidenza l’importanza di una linea d’azione strategica per contrastare la contraffazione sul web ed intervenire in modo efficiente, a limitare i rilavanti danni di immagine e di ordine economico che potrebbero derivarne.

In linea generale, di fronte ad una mole considerevole di nuove fattispecie di potenziali violazioni sulla rete, occorre individuare gli strumenti giuridici per contrastarle.

Fondamentale al riguardo risulta l’oculata negoziazione dei contratti con i distributori, i licenziatari e, in generale, con qualsivoglia partner commerciale. Altrettanto importante risulta l’attivazione di un servizio di sorveglianza della Rete con filtri mirati per l’individuazione degli abusi. Una volta che detti abusi sono stati identificati, occorre porre in essere strategie di tutela mirate che vanno dalla segnalazione ai motori di ricerca, titolari dei siti in contraffazione e Internet Service Providers, a diffide mirate avverso i contraffattori, adeguatamente supportate dalla documentazione tecnica delle situazioni in atto.

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