Alberto De Ros, Patent Attorney, ADV IP Srl e Daniele Frezzato, Licensing Manager SISVEL Spa

Spesso si sente dire: “brevettare non serve a niente perché la Giustizia non funziona” … “basta cambiare una virgola e sei fuori dal brevetto” … “l’elettronica evolve così rapidamente che quando ottieni il brevetto la soluzione è già superata”.

Inutile provare a spiegare con ragionamenti: contro i pregiudizi la logica non serve.

Gli italiani, gente strana: da sempre giocatori di lotto, poi la schedina e infine i gratta-e-vinci ed il superenalotto; ma quando si tratta di brevetti, il gioco non vale la candela.

La storia del brevetto “ATSS” (che vuol dire “Automatic Tuning and Sorting System”) inizia più di venticinque anni fa.

È un sabato di ottobre del 1990; Roberto aveva appena comperato un nuovo televisore MIVAR: grande, a colori, bello. SISVEL, lunedì mattina, macchina del caffè: Roberto incontra Attilio e gli racconta di quanto tempo ha impiegato a mettere in funzione il nuovo televisore: prima verificare cosa si riceve, poi per ogni stazione prendere nota del canale e infine memorizzare le stazioni nell’ordine giusto. <<Bisognerebbe che il televisore facesse tutto da solo … magari le stazioni potrebbero aiutarlo mandando un segnale che dice chi sono>> dice Roberto. Attilio è uno che ne capisce di televisori, li progetta da anni; per lui quello non era un problema, anzi un divertimento. SISVEL, una settimana dopo, stessa macchina del caffè: Roberto ed Attilio si ritrovano e Attilio dice: <<ho trovato; vieni a cena da me e ne parliamo>>. La sera le mogli sono tutte indaffarate a preparare cibi e bevande, ma Roberto e Attilio non le aiutano, sono tutti presi dai loro discorsi: << … e se poi uno non vuole “RAI1” sul tasto “1” … ma va! tutti in Italia hanno “RAI1” sul “1” … ma tu metti il caso! … e allora basta prevedere un menu così ognuno fa i cambiamenti che vuole … bisogna brevettarlo! >>. Roberto è uno che ne capisce di brevetti, li scrive da anni, e, per di più quella è anche una sua idea. Pensa e ripensa, scrivi, correggi, migliora: il 22 novembre 1990 la domanda di brevetto per la soluzione ideata da Roberto e Attilio viene depositata.

Così, forse, è nato il brevetto ATSS.

Tutti i produttori di televisori del mondo lo hanno usato, e non perché fossero obbligati, ma perché era la soluzione che i clienti desideravano.

Tutti i produttori di televisori del mondo hanno pagato per usarlo – in totale sono stati sottoscritti contratti di licenza per svariati milioni di Euro.

Quasi sempre, purtroppo, la società titolare del brevetto ha dovuto fare ricorso alla Giustizia (in Italia e fuori dall’Italia) per ottenere ciò che le era dovuto.

Quella del brevetto ATSS è stata una storia di successo: tante guerre vinte (ma anche qualche battaglia persa) tra il 1990 e il 2010.

Ma prima di combattere è stato necessario “preparare le armi”, ossia ottenere la concessione del brevetto.  L’Ufficio Europeo dei Brevetti è stato un “nemico” ma anche un “amico”.  Infatti, il brevetto è passato attraverso un esame, un’opposizione ed un appello, e l’Ufficio ha preteso che l’ambito di protezione venisse limitato rispetto alla richiesta originale.  Tuttavia, proprio una delle caratteristiche tecniche (innovative) che ha limitato il brevetto lo ha reso inattaccabile.

È stata una storia di successo per la società titolare del brevetto che ha ottenuto il pagamento di cospicue royalty, ma anche per coloro (dipendenti, consulenti e avvocati) che hanno lavorato in stretta collaborazione.

Quali sono gli ingredienti di questa storia di successo? Tanti: intuizione ed intelligenza; coraggio; competenza tecnica, brevettuale e legale; serietà, determinazione ed equilibrio; ma ci è voluto anche un pizzico di fortuna.

La soluzione protetta dal brevetto ATSS deriva da un’intuizione felice, ma anche da competenze tecniche, indagini, ricerche e riflessioni approfondite.

Sono stati fatti investimenti: per ottenere in vari paesi il brevetto, o meglio un brevetto ampio; per difenderlo contro gli attacchi di coloro che avrebbero preferito che non ci fosse; per capire se, come e quando fosse utilizzato nei prodotti sul mercato (che cambiano continuamente).

È stata persino progettata e costruita un’apposita apparecchiatura per testare i televisori prima di contattare i produttori e quindi poter essere certi che facessero uso degli insegnamenti tecnici del brevetto.

Il ricorso alla Giustizia è sempre stato l’ultima scelta ed è stato preceduto da trattative che, talvolta, si sono protratte per anni anche perchè complicate non solo da differente lingua, ma anche da differente cultura.

Quando l’accordo di licenza non è stato raggiunto tramite negoziato è stato raggiunto tramite uno “strumento giudiziale”.

In Italia, gli “strumenti giudiziali” a disposizione del titolare di un brevetto per difendere i suoi diritti sono numerosi e variegati: la causa civile, il provvedimento cautelare/probatorio civile, la causa penale, il provvedimento cautelare/probatorio penale, il blocco delle merci in dogana.  Lo strumento migliore dipende dalle circostanze: il brevetto violato; i prodotti in violazione; il luogo di esportazione, importazione, produzione o commercializzazione; il soggetto che esporta, importa, produce o commercializza.

Per la difesa del brevetto ATSS, sono stati usati tutti, scelti opportunamente e spesso in abbinamento tra loro; talvolta, si è agito in Italia e, parallelamente, in altri paesi.

La causa civile è lo strumento giudiziale principe (anche se non sempre è il migliore); infatti, la controversia viene analizzata bene da un giudice specializzato con l’ausilio di un consulente tecnico d’ufficio, ma dura qualche anno.

Se si ha necessità di arrivare ad un primo risultato in qualche settimana o qualche mese, si può fare richiesta di un provvedimento di “descrizione”, sequestro o inibitoria.

La giustizia penale è molto efficace perché temuta.  Bisogna però tenere presente che serve a difendere i diritti della collettività, e quindi l’esito di una causa penale non potrà essere il risarcimento pecuniario di un danno subito dal titolare di un brevetto, ma sarà la condanna del “contraffattore” o l’interruzione delle attività illecite.

Se i prodotti che violano un brevetto transitano dalle Dogane, ci si può difendere con il loro aiuto: si può chiedere che siano monitorate le merci in transito e che queste siano bloccate quando sospettate di violare il brevetto.

Quale che sia lo strumento, se si mira ad un buon risultato, ci sarà bisogno di un avvocato specializzato in proprietà industriale e di un “Consulente in Proprietà Industriale” iscritto all’Ordine.

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