Luca Barbero, Consulente in Marchi – Studio Barbero, Torino

L’evoluzione a cui stiamo assistendo nel mondo on line ci sta portando verso una vera propria “nuova Internet”. Il 14 marzo scorso il Governo americano ha deciso di affidare la ridefinizione dell’Internet Governance mondiale alla International Corporation for the Assigned Names and Numbers (ICANN) e ad altri Enti internazionali, trasferendo loro in autonomia alcune funzioni fondamentali della gestione della Rete (quali ad esempio i Root Servers che consentono il funzionamento stesso del sistema dei nomi a dominio nel mondo). Sono inoltre in corso in questi mesi le fasi finali del processo che ha portato all’introduzione di più di 1.400 nuove estensioni, di cui alcune corrispondenti a marchi registrati, come .gucci e .ferrero, e più di 700 New Generic Top Level Domains (tra i quali .app, .fashion, .london, .news, .paris, .shop, .social), che si andranno aggiungere alle attuali 22 estensioni generiche (.com .org, .net etc). In questa “nuova Internet”, se da un lato si amplieranno le possibilità di accedere a risorse di Rete per una pluralità di soggetti in buona fede, dall’altro le occasioni per appropriarsi indebitamente di identità aziendali cresceranno in modo esponenziale attraverso la registrazione abusiva di nomi a dominio nelle nuove estensioni.

Tra i furti d’identità aziendale più pericolosi vi è la realizzazione di siti che riproducono fedelmente i siti ufficiali dei titolari dei marchi, che vengono messi on line utilizzando nomi a dominio ad essi identici o simili; su tali siti vengono offerti in vendita prodotti contraffatti, frequentemente ad un costo in linea con l’originale al fine di indurre maggiormente gli utenti in confusione quanto all’origine del sito web. I navigatori sono infatti indotti ad attribuire una “presunzione di legittimità” ad un sito web che utilizza un nome a dominio identico o simile ad un marchio registrato.

Molto frequente è anche il reindirizzamento del nome a dominio registrato abusivamente verso pagine note come “pay-per-click”, contenenti un elenco di collegamenti ipertestuali verso siti terzi attraverso i quali il gestore del sito e il titolare del nome a dominio percepiscono dei proventi proporzionali al numero di accessi a tale sito e dei corrispondenti click.

In alcuni casi sono addirittura i titolari di imprese che registrano nomi a dominio identici o simili ai segni distintivi di società concorrenti, al fine di utilizzare tali nomi a dominio per promuovere sul sito corrispondente la propria attività commerciale, ovvero suggerire un’affiliazione con l’altrui impresa, in realtà insussistente, per trarne un vantaggio economico. Nei casi più gravi, l’utilizzo del nome a dominio è volto a denigrare l’attività del concorrente, ma illegittimo è anche limitarsi ad “occupare” un nome a dominio senza utilizzarlo, al mero fine di impedirne un utilizzo attivo al legittimo titolare dei diritti.

Uno degli strumenti maggiormente efficaci per contrastare tali appropriazioni indebite di identità aziendali online attraverso la registrazione di nomi a dominio identici o simili ai marchi registrati è la procedura obbligatoria ai sensi della Uniform Dispute Resolution Policy (UDRP), che è direttamente applicabile a tutte le estensioni generiche – compresi i new gTLDs – e a settanta estensioni nazionali. Tale procedura ha una durata media di circa sessanta giorni ed i costi sono molto contenuti, se paragonati ad un’azione giudiziaria. Inoltre, permette di superare le incertezze legate alla scelta del foro competente, della legge applicabile e della lingua della procedura. Procedure simili ma con una disciplina ad hoc sono anche disponibili per le controversie in materia di nomi a dominio nazionali in Italia (.it), nel Regno Unito (.co.uk), in Cina (.cn / .com.cn) in Europa (.eu) e in molte altre giurisdizioni.

La …rivoluzione che ha portato alla “nuova Internet”, l’uso della Rete in continua evoluzione con sempre nuovi strumenti a disposizione nonché la tendenza ad avvalersi in misura sempre maggiore di applications dedicate e social media anche per fruire di servizi ed acquistare prodotti attraverso connessioni mobili – sempre a disposizione degli utenti sui propri smartphones e tablets – pongono costanti nuove sfide ai titolari dei marchi. Ne consegue l’importanza crescente di adottare una coerente strategia di tutela dei propri segni distintivi su Internet che preveda registrazioni difensive di nomi a dominio (anche in alcune delle nuove estensioni di maggiore interesse), un monitoraggio costante delle registrazioni abusive e degli usi non autorizzati e adeguate azioni, quando necessarie, contro le appropriazioni indebite della propria identità aziendale.

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