Laura Piazza, Avvocato e Consulente in marchi – Studio Legale Gobbetto Piazza, Treviso, Venezia

Tutto ciò che si trova su Internet è pubblico e utilizzabile da chiunque: No! Internet non è il far west: esistono delle regole e rispettarle mette al riparo da rischi, anche economici, di notevole entità.
Ecco alcune risposte alle domande più frequenti in merito al Web.
1. Vorrei registrare il nome a dominio .it corrispondente ad alcuni marchi di cui sono titolare ma risulta già registrato: il sito relativo al dominio in questione non riporta alcun contenuto tranne dei link pubblicitari e la proposta di vendita del dominio stesso. Cosa posso fare?
Se si ritiene che il titolare del dominio non abbia alcun diritto o legittimo interesse ad utilizzarlo se non quello di venderlo (c.d. cybersquatting), esistono numerosi strumenti per tentare di ottenerlo. Si può ricorrere alla magistratura, anche in via cautelare, o utilizzare lo strumento dell’arbitrato (invero poco usato). Una valida alternativa è attivare la procedura di riassegnazione del nome a dominio contestato secondo le regole dell’Autorità competente a registrarlo in base alla sua estensione (TLD). La procedura di riassegnazione è rapida ed economica e risulta particolarmente efficace nei confronti dei c.d. parked domain.
2.
Sono un rivenditore ufficiale di una nota griffe: posso registrare il dominio internet con il nome della griffe e la città dove si trova il mio negozio?
In base al principio di unitarietà dei segni distintivi è vietato adottare come nome a dominio di un sito usato nell’attività economica un segno uguale o simile all’altrui marchio se possa determinarsi un rischio di confusione. L’aggiunta di un nome geografico al cuore “distintivo” del nome a dominio, che si presume essere un marchio, non è un elemento differenziatore sufficiente e non fa venir meno il rischio di confusione. Nel caso di specie, è opportuno fare riferimento alle pattuizioni contrattuali con il titolare del marchio, nelle quali è senz’altro specificato quali usi del marchio siano consentiti dalla concessione di vendita. In ogni caso è sempre consigliabile informare il titolare del marchio della propria intenzione onde evitare possibili conflitti o contestazioni.
3. Produco accessori e pezzi di ricambio compatibili con apparecchiature di una nota Azienda: posso pubblicare il suo marchio sul mio sito?
No, senza il consenso del titolare del marchio. L’esigenza di “spiegare” il proprio prodotto può infatti essere utilmente soddisfatta con indicazioni, in funzione descrittiva, del modello di apparecchio per il quale il prodotto è stato creato: l’uso del marchio altrui sul proprio sito senza il consenso del titolare potrebbe invece essere considerato un tentativo di approfittare della sua notorietà per attirare clienti e contatti al proprio sito.
4. Posso tutelare l’aspetto del mio sito web?
Il layout grafico di un sito web dotato di carattere creativo è proteggibile nelle forme del diritto d’autore, oltre che tutelabile nei suoi singoli elementi e contenuti (loghi, testi, immagini e suoni). Un’alternativa percorribile è inoltre quella di registrare come disegno e modello anche le singole schermate del sito, senza che la limitatezza temporale di tale protezione (per un massimo di 25 anni) sia uno svantaggio, stante la rapida obsolescenza dei prodotti web. L’aspetto del sito è inoltre sempre proteggibile in base alle norme sulla concorrenza sleale, in particolare per la repressione del fenomeno del c.d. Look&feel.
5.
Ho trovato su un sito di aste on line i miei prodotti, provenienti dall’estero: cosa posso fare?
Bisogna accertare, preliminarmente, che non si tratti di un suo rivenditore che ha iniziato a utilizzare questo canale. (Sul punto, anzi, è consigliabile definire contrattualmente questo aspetto). Se la vendita non può essere considerata autorizzata, è necessario contattare immediatamente il gestore del portale, sia che si tratti di un sito di aste on line che di un marketplace telematico, per richiedere la rimozione o l’oscuramento dell’inserzione sospetta e diffidare il soggetto che l’ha pubblicata.
6. Ho notato che un mio concorrente ha linkato nel suo sito alcune pagine del mio, contenenti delle schede tecniche: posso oppormi?
Sì. A prescindere dagli eventuali diritti d’autore sui contenuti linkati, la normativa in materia di concorrenza sleale sanziona le forme di hyperlink a pagine altrui contrarie ai principi della correttezza o aventi effetti confusori, tra le quali le più diffuse sono il c.d. deep linking (link a pagine interne del sito altrui), il framing (link a pagine altrui visualizzate in una cornice propria) e l’hijacking dei link. In linea generale, comunque, è sempre consigliabile predisporre una “Links policy” che espliciti con quali modalità e limiti è consentito a terzi di linkare il proprio sito.

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