Astrid Wiedersich Avena, Avvocato e Giacomo Bucciarelli, Dottore in giurisprudenza, De Tullio & Partners, Roma

L’enforcement dei diritti di PI a livello doganale rappresenta un fenomeno in costante crescita, come affermano i dati EU relativi al 2015 pubblicati dalla Commissione EU: oltre 81.000 sequestri per un totale di 43,7 milioni di articoli contraffatti, corrispondenti ad un valore che supera i 640 milioni di Euro.

Come noto, il Reg. (UE) n. 608/2013 relativo alla tutela dei diritti di PI da parte delle autorità doganali − entrato in vigore il 1° gennaio 2014 abrogando il Reg. (CE) n. 1383/2003 − ha dato un significativo impulso all’incremento delle richieste di tutela doganale. Nel 2015 sono state depositate 3.332 domande di intervento doganale a livello nazionale, e 2.102 domande “unionali”.

Il servizio di sorveglianza doganale, così come instaurato dal legislatore UE, può essere attivato su istanza del titolare del diritto di PI, dal suo rappresentante o da qualsiasi altra persona autorizzata ad avvalersi del predetto diritto (ad esempio da un licenziatario) mediante il deposito di una istanza di tutela doganale. Tale istanza può essere “nazionale” − qualora si richieda l’attivazione in uno Stato membro − ovvero “unionale”, quando il richiedente voglia attivare tale sorveglianza sull’intero territorio UE.

Fra le più significative novità introdotte vi è la possibilità di tutelare attraverso il c.d. blocco doganale non solo i diritti di privativa già previsti dal Regolamento precedente – marchi, brevetti, design ed indicazioni geografiche – ma anche denominazioni commerciali (nella misura in cui sono protette come diritti esclusivi di proprietà intellettuale dal diritto nazionale), topografie di prodotti a semiconduttori, nonché modelli di utilità e i dispositivi principalmente progettati, prodotti o adattati con la finalità di rendere possibile o di facilitare l’elusione di misure tecnologiche. Il nuovo Regolamento ha introdotto inoltre la procedura rapida per la distruzione in dogana dei falsi inviati per posta. Sempre più spesso, infatti, i prodotti contraffatti vengono acquistati on-line, entrando nei paesi UE tramite piccole spedizioni postali: il nuovo Regolamento è stato adeguato per agevolare la distruzione “d’ufficio” dei falsi spediti in piccole quantità ed intercettati in dogana.

In Italia, l’attivazione della tutela doganale è demandata all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che l’ha resa possibile grazie al progetto “F.A.L.S.T.A.F.F.” (Fully Automated Logical SysTem Against Forgery Fraud). Tale strumento, gratuito, è finalizzato alla promozione della circolazione di merci originali, conformi per qualità e per sicurezza, alla luce della libera concorrenza sul mercato ed è implementato dalla piattaforma telematica “A.I.D.A.” (Automazione Integrata Dogane e Accise). Dal 2014 questo sistema opera in combinazione con la piattaforma “CO.PI.S”, di matrice EU, nata con lo scopo di raccogliere i dati delle istanze di tutela forniti dagli Stati Membri per permetterne una gestione centralizzata.

Tra i settori più colpiti dalla contraffazione internazionale vi è quello agroalimentare, ove gli illeciti assumono frequentemente le fattezze del c.d. Italian sounding, ovvero la pratica mediante la quale produttori stranieri attribuiscono ai propri prodotti immagini, parole e/o segni distintivi che evocano il Bel Paese al fine di indurre i consumatori in errore circa l’origine e la qualità degli stessi.

Proprio in tale settore è stato possibile concludere con successo un’azione di enforcement di diritti di proprietà intellettuale, grazie all’attivazione da parte di un’azienda protagonista del panorama agroalimentare italiano − titolare di numerose privative industriali − del servizio di sorveglianza doganale. In particolare, l’azienda titolare ha creato un proprio portfolio di diritti industriali sul portale AIDA ed inviato un’istanza di intervento doganale unionale attraverso il sistema F.A.L.S.T.A.F.F.- CO.PI.S. Fornendo i dati sulle proprie privative tutelate in UE, l’impresa ha altresì indicato le informazioni di carattere tecnico sui propri prodotti – ovvero i packaging recanti i marchi protetti ed il formato caratteristico − nonché l’elenco dei canali di distribuzione autorizzati. I dati multimediali forniti a corredo dell’istanza di tutela sono stati resi disponibili da F.A.L.S.T.A.F.F. ai funzionari doganali ed hanno consentito loro di bloccare prodotti sospetti recanti etichette che imitavano pedissequamente i marchi protetti dall’azienda, tanto nella scelta dei colori quanto negli elementi grafici. L’azienda ha così potuto avviare un procedimento giudiziale di accertamento della contraffazione ed ha impedito l’ingresso e la commercializzazione sul mercato di prodotti “look alike” ad un prezzo inferiore e privi delle caratteristiche qualitative dei beni originali.

Tra gli strumenti a disposizione delle imprese per attivare la tutela doganale, si richiama anche la piattaforma gratuita “EDB” (Enforcement DataBase), anche’essa integrata con il sistema CO.PI.S., sviluppata dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) in virtù del Reg. (UE) n. 386/2012 che ha riconosciuto all’Ufficio compiti inerenti al rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, con particolare riferimento ai meccanismi per il miglioramento dello scambio di informazioni on-line per la lotta alla contraffazione dei diritti. Ai fini dell’identificazione dei diritti di PI protetti, EDB si avvale del collegamento a banche dati marchi quali TMview e DesignView. Una volta effettuato l’accesso mediante la creazione di un account, i titolari di diritti PI possono importare i dati relativi alle proprie privative, già presenti sulle banche dati collegate, e fornire ulteriori informazioni sui prodotti. Il sistema in parola consente di generare ed inoltrare telematicamente una domanda d’intervento (“AFA”, Application For Action) alle autorità doganali recante tutte le informazioni utili per monitorare le privative protette ed eventualmente intervenire. A tal fine, è raccomandabile redigere domande di intervento essenziali e precise, evitando di allegare un numero eccessivo di documenti, quali cataloghi o brochure, per agevolare l’attività di consultazione da parte delle autorità preposte. Analogamente al progetto F.A.L.S.T.A.F.F., la ratio di EDB è di garantire alle imprese un canale preferenziale di comunicazione con le autorità di contrasto alla contraffazione, rendendo i dati fruibili non solo da parte delle autorità di frontiera, ma anche a quelle di polizia interna. Un ulteriore vantaggio di EDB risiede nella lingua di accesso e di utilizzo: è possibile immettere e gestire i dati in una delle 23 lingue ufficiali UE, e le autorità interessate accedono alle informazioni rese disponibili nella propria lingua madre.

In conclusione, se la contraffazione è per antonomasia un’attività multiforme in continua evoluzione, gli strumenti a disposizione delle imprese divengono anch’essi progressivamente più rapidi, efficaci e in grado di adattarsi al fenomeno per contrastarlo.

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