Arianna Di Sanno, Praticante Avvocato Abilitato e Michele Elio De Tullio, Avvocato
De Tullio & Partners

I prodotti agroalimentari italiani sono tra i più apprezzati nel mondo e costituiscono un’importante voce di esportazione verso gli Stati Uniti, paese che rappresenta il primo mercato di destinazione dei prodotti italiani. Sono prodotti di qualità quelli maggiormente richiesti dai consumatori nordamericani, che hanno affinato i propri gusti e ricercano sempre più spesso alimenti che richiamano specifici territori della penisola. La protezione dei prodotti di qualità è un tema controverso: in alcuni paesi, essa è assicurata da diritti di proprietà intellettuale quali DOP e IGP (di seguito, anche GIs); in altri paesi come gli USA, questo tipo di protezione non è garantita dalle normative nazionali, né da quelle internazionali quali l’Accordo di Lisbona. Negli USA, chi vuole tutelare prodotti di qualità deve utilizzare lo strumento dei marchi di certificazione, ossia quei marchi aventi funzione di certificare l’origine territoriale dei prodotti, le materie prime usate, il metodo di produzione, la qualità, l’accuratezza, ovvero ancora l’indicazione che la lavorazione del prodotto è realizzata da un membro del consorzio. La funzione di tali marchi è quella di attestare la natura e la qualità di un prodotto e la sua aderenza a determinati standard qualitativi. Il titolare di questo marchio non può utilizzarlo autonomamente, ma deve controllare il rispetto degli standard qualitativi ed accordare l’utilizzo del marchio a chiunque rispetti tali standard. La domanda avente ad oggetto un marchio di certificazione può essere depositata presso l’USPTO, che esamina la documentazione sull’uso e le prove, al fine di stabilire se il segno viene effettivamente usato come marchio di certificazione per indicare l’origine geografica dei beni relativi. Nel caso in cui la documentazione o altri elementi indichino che il segno ha un significato generico, la domanda viene rigettata; in particolare, è noto il caso di FONTINA, in cui tale denominazione è stata ritenuta generica dal USPTO, che ha rigettato il marchio [In re Cooperative Produttori Latte e Fontina Valle D’Aosta]. Elemento fondamentale per valutare la genericità o meno della denominazione è la valutazione della consapevolezza dei consumatori circa il fatto che il termine in questione indichi esclusivamente il prodotto di quell’area geografica, così come ritenuto dal USPTO nel caso Community of Roquefort v. William Faehndrich, Inc. Pur in presenza della suddetta tutela alternativa, gli USA non garantiscono oggi alle GIs una tutela analoga a quella riconosciuta dalla normativa europea, nonché dall’Accordo di Lisbona, che è stato recentemente oggetto di revisione con il c.d. Geneva Act, sottoscritto il 21.05.2015; il nuovo accordo migliora il testo esistente, rafforza le garanzie per gli aventi diritto e mira ad estendere la base di Paesi aderenti, mantenendo gli stessi standard qualitativi di protezione. Purtroppo, la volontà dell’UE e di alcuni Paesi (i.e. Italia) di estendere il riconoscimento delle GIs europee e rafforzarne la tutela internazionale si scontra con il pensiero di quei Paesi (i.e. gli USA) che adottano per la protezione delle GIs un sistema alternativo, non disponendo di uno specifico sistema di tutela sui generis. L’impegno della UE di ampliare la tutela e il riconoscimento delle GIs è dimostrata anche dalla conclusione di accordi internazionali bilaterali, c.d. Free Trade Agreement (come quelli conclusi con Corea del Sud e Canada), tramite i quali i paesi contraenti riconoscono nel proprio territorio le GIs europee. In quest’ottica, l’UE è recentemente impegnata a negoziare con gli USA il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), trattato che porterà ad un’integrazione dei due mercati, rimuovendo alcune barriere, riducendo i dazi doganali e creando così un’area di libero scambio tra le due regioni. Tra gli argomenti oggetto del Trattato, c’è il riconoscimento da parte degli USA delle GIs europee, tutela che potrebbe consentire di ottenere un più elevato livello di protezione e di combattere in maniera più efficace il fenomeno del c.d. Italian Sounding negli USA.

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